Editoriale

Introduciamo il quarto numero di «Studi pucciniani» con sentimenti contrastanti. Più che altro, la soddisfazione per la sua comparsa è mitigata dall’assenza di tre persone, eminenti colleghi e amici cari: Julian Budden, presidente del Centro studi Giacomo Puccini dalla fondazione, e due membri del comitato scientifico, William Ashbrook e Harold Powers. Il loro insegnamento ci ispirò quando muovemmo i primi passi di studiosi, la loro amicizia ci ha soccorso nelle vicissitudini sia professionali che personali, la loro mancanza si percepisce intensamente ora che il Centro studi Giacomo Puccini è entrato nella seconda decade della propria esistenza. La morte di questi tre studiosi d’eccezione, a breve distanza di tempo l’uno dall’altro, segna la fine di un’epoca straordinaria degli studi sull’opera italiana, di cui si può davvero dire che gigantes erant super terram in diebus illis.
Anche questo numero presenta una varietà di saggi, che s’estendono dal genere sinfonico italiano intorno al 1890 e dalla «Messa a 4 voci» a singole opere (Manon Lescaut, La fanciulla del West), nonché una serie di documenti che, all’indietro, guardano al centenario di Madama Butterfly celebrato nel 2004 e, in avanti, al centenario di La fanciulla del West nel 2010. La parte dedicata a quest’ultima opera comprende le interviste a Puccini nel corso dei suoi soggiorni a New York, non facilmente accessibili. Vi è anche il consueto aggiornamento bibliografico, in questo caso relativo al periodo 2000-2009.
Infine, richiamiamo con compiacimento l’attenzione sul fatto che le pubblicazioni del Centro studi Giacomo Puccini – «Studi pucciniani» compresi – ora recano il marchio della rinomata casa editrice Leo S. Olschki.

Virgilio Bernardoni, Michele Girardi, Arthur Groos