Casa natale

In questa casa nasce, alle 2 della notte del 22 dicembre 1858, Giacomo Puccini e il giorno successivo – con un’autorizzazione speciale, forse perché in pericolo di morte – vi viene anche battezzato, con i nomi di Giacomo Antonio Domenico Michele Secondo Maria. Era infatti l’ultimo musicista di una singolare dinastia che in un arco temporale di un secolo e mezzo aveva dominato la vita musicale lucchese. Questa la discendenza diretta: Giacomo senior (Celle dei Puccini, 1712 – Lucca, 1781), Antonio (Lucca, 1747 – ivi, 1832), Domenico (Lucca, 1772 – ivi,1815), Michele (Lucca, 1813 – ivi, 1864), Giacomo (Lucca, 1858 – Bruxelles, 1924). Si può quindi veramente affermare che Giacomo Puccini compendia in sé, oltre all’eredità familiare, anche la gloriosa tradizione musicale lucchese.
Al momento della sua nascita abitavano la casa i genitori, Michele e Albina Magi, la nonna Angela Cerù, le sorelle Otilia, Tomaide (la terza nata, Temi, aveva vissuto meno di un anno), Maria Nitteti e Iginia, e una domestica, tale Assunta Menconi. Un anno dopo nascerà l’altra sorella Ramelde, sarà assunta un’altra domestica, tale Carola Martinelli, e più avanti nasceranno ancora Macrina e infine, dopo la morte del padre, Domenico Michele (Lucca, 1864 – Rio de Janeiro, 1891) anch’egli musicista.

La famiglia Puccini, che nella prima metà del XVIII secolo si era stabilita a Lucca in un’abitazione posta in via Pozzotorelli, l’odierna via Vittorio Veneto, si era trasferita in corte S. Lorenzo intorno al 1815, poco dopo la morte improvvisa e prematura di Domenico, nonno di Giacomo e pregevole operista. Aveva voluto così la giovane vedova, Angela Cerù, per riavvicinarsi alla sua famiglia d’origine, che abitava nello stesso stabile. La famiglia Cerù – in particolare Nicolao, cugino del padre Michele – svolgerà un ruolo importante nella formazione di Giacomo.
L’appartamento, piuttosto grande ma appena sufficiente per una famiglia numerosa come quella di Giacomo (in cui tutti, almeno il padre e i figli, facevano musica) aveva, come oggi, due ingressi sul medesimo pianerottolo, come testimonia una lettera del 1817 di Antonio, bisnonno di Giacomo. La suddivisione degli ambienti era, all’epoca, quella visibile oggi (grazie al restauro del 2011).

Giacomo visse in questa casa gli anni dell’infanzia e della prima giovinezza, prima del trasferimento a Milano per proseguire gli studi (1880). Dopo la morte della madre Albina (17 luglio 1884), la casa venne data in affitto.

In un momento di grandi difficoltà economiche, Giacomo e Michele jr., proprietari della casa grazie alla rinuncia all’eredità in loro favore da parte delle sorelle, vendono la casa (settembre 1889) a Raffaello Franceschini, marito della sorella Ramelde; nel contratto fanno inserire una clausola speciale che consente loro di riacquistarla entro cinque anni. Allo scadere dei cinque anni, dopo che il successo di Manon Lescaut ha determinato un radicale cambiamento della sua situazione economica, Giacomo può finalmente riacquistare la casa paterna. La gioia del riscatto però non può essere condivisa con il fratello Michele, morto nel frattempo (1891) in Brasile.

La casa dal 1894 fu sempre di proprietà di Giacomo Puccini, che continuò a darla in affitto.

Sul muro esterno della casa, lungo via Di Poggio, si può vedere una lapide celebrativa, che reca questa iscrizione:

Da una lunga progenie di musici
Degni della viva tradizione patria
Qui nacque il 22 Dicembre 1858
GIACOMO PUCCINI
Che alle nuove voci di vita
Accordò note argute di verità e leggiadria
Riaffermando con le schiette agili forme
La nazionalità dell'arte
Nel suo primato di gloria nel mondo

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La città orgogliosa di lui
Nel trigesimo della morte
29 Dicembre 1924.