Mutigliano

A Mutigliano, piccolo paese al di là del fiume Serchio all’inizio della val Freddana, Giacomo Puccini soggiornava da ragazzo, ospite del parroco, don Giacinto Cantoni, per il quale svolgeva anche una delle sue prime attività professionali: nella Chiesa parrocchiale dei SS. Ippolito e Cassiano suonava l’organo (opera di Michelangelo Crudeli, 1784) già nel 1872, istruiva il coro e concertava musiche liturgiche.

Anche dopo che queste esperienze si conclusero (fine anni ’70), Puccini mantenne vivi i legami con il paese, a causa delle amicizie strette da ragazzo con varie persone e della presenza a Mutigliano, in tempi diversi,  di due sacerdoti: il canonico Roderigo Biagini (cugino di Giacomo, figlio di Chiara Puccini, sorella del padre Michele) e Dante Del Fiorentino, che eserciterà il suo ministero in seguito anche a Torre del Lago (trasferitosi poi negli Stati Uniti, sarà uno dei primi biografi e studiosi di Giacomo).

Negli anni dei grandi successi, qualche volta ricordava quel piacevole ambiente: nel 1897 scriveva all’amico Alfredo Caselli da Londra: «Sono amico di Zola, Sardou, Daudet: chi l’avrebbe detto eh? al guitto organista di Mutigliano?»; e nel 1908 alla sorella Ramelde dall’Egitto, a proposito del Nilo: «Non è altro che la Freddana ingrandita».