Editoriale

Dopo la celebrazione di Tosca nel 2000 (cfr. «Studi pucciniani» 2), il comitato scientifico del Centro studi GIACOMO PUCCINI ha programmato nel settembre 2001 un Convegno per approfondire l'indagine delle forme dell'opera ai tempi dell'affermazione di Giacomo Puccini, e in particolare per verificare il rapporto che, in una fase di transizione come il fin de siècle, intercorre tra la grande tradizione del melodramma e i nuovi statuti formali che si delineano negli anni Ottanta dell'Ottocento.
All'epoca nessuno ebbe dubbi sul ruolo da protagonista che Harold S. Powers ha rivestito, per decenni, nella messa a punto di ogni analisi in questo campo: tra l'altro, a lui si deve la prima elaborazione di una delle conquiste più importanti nel campo dell'analisi delle forme dell'opera, la cosiddetta «solita forma», categoria rivelatasi molto fruttuosa per l'interpretazione del teatro verdiano. Per questo nel 2001 il comitato scientifico del Convegno lo invitò a tenere la prolusione dei lavori e per questo ora il comitato scientifico e il consiglio direttivo del Centro studi GIACOMO PUCCINI hanno deliberato, all'unanimità, di dedicargli la pubblicazione degli esiti dei lavori di quell'incontro di studio.
L'edizione di questo volume di Atti giunge con qualche mese di ritardo all'appuntamento del settantacinquesimo compleanno di questo prezioso Maestro di scienza e di vita. Resta la fragranza del dono, ch'è frutto dell'ammirazione che tutti nutriamo per un grande ‘tenore' degli studi musicologici, che con l'acume, la pazienza e, soprattutto, l'umiltà che solo un vero Maestro possiede, ci ha rivelato tanti segreti dell'arte che ci accomuna nella passione. Un Maestro fecondo, che ancora serba sorprese, come si può constatare dal contributo a questo volume, un Do di petto in stile antico: le mille esche che lancia sono il segno di una vitalità intellettuale che, ancora, non conosce confini.
Thanks, Harry!

Virgilio Bernardoni, Michele Girardi, Arthur Groos