GIACOMO PUCCINI CENT’ANNI DOPO: PAROLE, IMMAGINI, MUSICHE

Martedì 7 maggio 2024, ore 10
Accademia delle scienze di Torino
 
Organizzato dall'Accademia delle Scienze di Torino in collaborazione col Centro studi Giacomo Puccini e l’Edizione Nazionale delle Opere di Giacomo Puccini.

Negli ultimi decenni la figura e l’opera di Giacomo Puccini sono stati oggetto di attenzioni senza precedenti, incentivate dalla disponibilità di archivi prima inaccessibili e dall’attività degli enti di ricerca specifici. A un secolo dalla sua morte, lo conosciamo nella luce nitida di una documentazione epistolare, iconografica e musicale vasta quanto mai lo era stata. Possediamo così una misura più veritiera dell’estensione dei suoi interessi culturali (le letture, la pittura), delle sue forme di espressione (l’uso creativo della lingua nella comunicazione epistolare e nella produzione poetica), delle sue pratiche artistiche non musicali (la passione per la fotografia, coltivata con esiti di sorprendenti abilità). Nello stesso tempo, la riscoperta di un numero consistente di brani musicali – lavori di formazione e opere giovanili, ma non solo – ci permette di collocare i noti capolavori teatrali in una vicenda creativa sempre lucida e coerente.

Sull’immagine attuale di Puccini uomo, intellettuale e compositore si concentrano i relatori della giornata di studio organizzata dall’Accademia delle Scienze in collaborazione col Centro studi Giacomo Puccini e con l’Edizione Nazionale delle Opere di Giacomo Puccini. Un’occasione per aggiornare le conoscenze su uno dei maggiori musicisti italiani, per rinnovare gli strumenti di ricezione della sua musica e per interrogarci sul valore che essa continua ad avere per noi.

 

Programma

10.00

Introduce e presiede

Paolo GALLARATI / Accademia delle Scienze di Torino


Puccini oggi. Aspetti dell’uomo e della personalità per un nuovo profilo

Gabriella BIAGI RAVENNI / Presidente del Centro studi Giacomo Puccini, Università degli studi di Pisa

Delineare un nuovo profilo di Giacomo Puccini: è questa l’ambiziosa meta che noi del Centro studi Giacomo Puccini ci siamo prefissi di raggiungere in quest’anno del centenario della morte.

Sappiamo che il profilo corrente è il frutto di una costruzione progressiva, che prende le mosse dalla prima biografia di Ferdinando Fontana («Gazzetta Musicale di Milano», 1884). Vi sono giù due tòpoi, quello della discendenza da una dinastia musicale e quello dell’uomo semplice e cordiale. Via via che la rilevanza di Puccini compositore cresceva, uscivano altre biografie che aggiungevano altri tasselli alla costruzione del profilo di Puccini.

Un contributo negativo in questo senso l’ha dato il figlio Antonio, che nel 1938 scriveva al cugino Carlo Marsili in merito a una commemorazione: «Sarà sufficiente parlare dell’uomo cordiale, della caccia, dell’affabilità, dell’amico, nulla del resto». Invece è proprio il resto che interessa. Abbiamo prima di tutto verificato sui documenti le notizie biografiche, facendo piazza pulita di tanti luoghi comuni e tanti aneddoti, poi siamo andati alla scoperta di tante facce, anche inaspettate, di una personalità davvero poliedrica.

 

Puccini scrittore: la lingua

Fiammetta PAPI / Università degli studi di Siena

La relazione si sofferma sugli aspetti più rilevanti della lingua dell’epistolario e delle poesie di Giacomo Puccini. I due ambiti sono strettamente interconnessi: le poesie, infatti, sono spesso parte di una più ampia corrispondenza in versi che il compositore intrattiene con i familiari, gli amici, i collaboratori più stretti.

L’epistolario pucciniano sarà analizzato alla luce delle categorie del pluristilismo e del plurilinguismo. Pluristilismo per la contaminazione dei generi e degli stili (lettere in prosa e in versi, paroliberi, scritture criptiche, fino al nonsense) e per l’escursione dei registri che variano da lettera a lettera, con massima divaricazione fra le missive ufficiali e i toni schietti, confidenziali, spesso irriverenti, riservati ai corrispondenti più intimi. Plurilinguismo non solo per la presenza nell’epistolario di lettere in lingua diversa dall’italiano (francese, latino e tedesco maccheronico), ma soprattutto per un plurilinguismo interno all’italiano, con continue deviazioni dalla lingua comune sottoforma di regionalismi, forestierismi e in particolar modo neologismi, giochi di parole e deformazioni a scopo umoristico o caricaturale

 

Il compositore Puccini alla luce delle nuove acquisizioni del catalogo pucciniano

Virgilio BERNARDONI / Presidente dell’Edizione Nazionale delle Opere di Giacomo Puccini, Università degli studi di Bergamo

Per il grandissimo pubblico Puccini è essenzialmente un autore di melodie memorabili, da “Che gelida manina” a “Nessun dorma”. Per il grande pubblico è essenzialmente un autore di capolavori teatrali come La bohème, Tosca e Madama Butterfly. Per la musicologia contemporanea è complessivamente un compositore che nella sua parabola creativa incrocia alcuni settori cruciali della musica italiana (ed europea) fra Ottocento e Novecento – la musica per organo e la musica sacra un attimo prima di essere sottoposta a una riforma epocale; la musica da camera e sinfonica nel momento della rinascita nazionale in questi generi; il melodramma nel pieno della crisi del modello verdiano e nella transizione verso una sensibilità moderna – e in ciascuno di essi lascia l’impronta della sua personalità.

Su queste basi, l’intervento connette fra loro i settori del catalogo delle opere di Puccini da poco completato, allo scopo di individuare costanti e evoluzioni stilistiche della sua musica.

 

14.30

Presiede

Virgilio BERNARDONI / Presidente dell’Edizione Nazionale delle Opere di Giacomo Puccini, Università degli studi di Bergamo

 

Lo sguardo di Puccini: stile, temi e tecniche della sua produzione fotografica

Paolo BOLPAGNI / Direttore della Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti di Lucca

(Intervento da remoto)

La scoperta della passione – fino a tempi recentissimi rimasta pressoché inedita – per la fotografia e della diretta pratica del medium da parte di Giacomo Puccini aggiunge un tassello non irrilevante alla conoscenza della sua personalità culturale.

La massiccia quantità della produzione emersa, iniziata all’incirca nel 1894, l’originalità delle scelte compositive e dei tagli (basti pensare all’insolita frequenza di formati panoramici orientati in senso verticale), la buona perizia tecnica e la peculiare congiuntura storica in cui quest’attività fotografica va a inserirsi ne fanno un caso di studio particolarmente interessante. A colpire è il carattere non “generico” degli scatti di Puccini, che denunciano la padronanza del mezzo e uno stile riconoscibile.

 

La poetica e la critica musicale nello specchio dell’Epistolario

Matteo GIUGGIOLI / Università degli studi di Roma Tre

Tutti contro Giacomo titola eloquentemente il bell’articolo di Alessandro Di Profio apparso di recente su «Il venerdì» di «Repubblica», che propone una sintesi efficace del rapporto tra le opere di Puccini e la critica, di stampo sia giornalistico che accademico, sottolineando le controversie che da sempre lo caratterizzano. Ma anche tutti “con” Giacomo, verrebbe da dire, perché a contrastare quelle ritrosie c’è un entusiasmo, altrettanto intenso e altrettanto di lungo corso, che un vastissimo pubblico di appassionati d’opera e una schiera numerosa e sempre crescente di critici e studiosi non smette di tributare a Puccini e alle sue opere. Le opere di Puccini in ogni caso dividono la critica, oggi come allora, ai tempi della loro creazione, delle loro prime messe in scena e più in generale del loro cammino sulle scene internazionali vivente l’autore.

Questo intervento torna sulla ricezione contrastata, in sede critica, della poetica operistica di Puccini, volendo offrire qualche ulteriore spunto di riflessione su un argomento tanto noto e discusso quanto ancora aperto al dibattito, vista la sua perdurante e stringente attualità. Il percorso muove da alcune testimonianze che si possono reperire nel terzo volume dell’Epistolario di Puccini relativo agli anni 1902-1904, nei quali si compie la parabola creativa di Madama Butterfly e si hanno le prime reazioni critiche all’opera.

 

Puccini e noi

Emanuele SENICI / Università degli studi di Roma "La Sapienza"

La relazione intende interrogarsi su alcuni aspetti della storiografia dell’opera italiana che caratterizzano anche il discorso su Giacomo Puccini e che chiamano in causa questioni di continuità o discontinuità tra il passato e il presente. Il caso di Puccini potrebbe sembrare tutto sommato piuttosto simile a quello dei più famosi compositori che lo precedono, soprattutto il quartetto ottocentesco formato da Rossini, Bellini, Donizetti e Verdi.

Un’attenzione particolare ad alcuni aspetti solitamente non indagati dalla storiografia pucciniana complica però il quadro, dal momento che fa emergere linee di continuità e discontinuità in parte inaspettate. In particolare, la categoria di modernità si dimostra utile per riflettere su orientamenti storiografici e discorsi che, se da un lato sembrano avvicinare Puccini a noi, da un altro lo allontanano.

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